Giovedì, 06 Aprile 2023 06:47

Il registro dei crediti di carbonio per il settore agro-forestale: dubbi  In evidenza

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#ambiente  #carbonio - Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 5 aprile 2023 - In occasione della conversione in legge formale del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, sull'attuazione del Piano nazionale di ripartenza e resilienza, è stato presentato ed approvato, in Commissione parlamentare permanente Bilancio a Palazzo Madama, un emendamento (che ricalca uno analogo alla Camera dei Deputati del dicembre scorso) al disegno di legge n. 564 a firma dei senatori De Carlo ed altri. 

Si tratta, in particolare, della proposta di modifica (45.6) all'art. 45 nella quale viene prevista l'istituzione, presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) e per gli operatori del settore agro-forestale, il c.d. Registro dei crediti di carbonio. 

Il credito di carbonio è un termine generico che identifica qualsiasi certificato negoziabile su appositi mercati o qualsiasi autorizzazione (da parte di Autorità pubbliche preposte) che consenta ad un soggetto privato o pubblico di emettere in atmosfera una tonnellata di anidride carbonica o la quantità equivalente di un diverso gas serra. 

L'emendamento concerne il mercato volontario, attivatosi dopo gli accordi di Parigi del 2015. 

Ora, due osservazioni critiche nonostante la buona volontà  dei proponenti: in primo luogo, passa il messaggio implicito che la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera sia di natura umana. Il che, come dimostrano i dati, non è vero, raggiungendo questa solo il 5%. Del resto, l'innalzamento di CO2 è iniziato nel 1700 quando le attività  antropiche erano modestissime. In secondo luogo, manca uno strumento di confronto reale al di là delle previsioni e delle stime, ossia quanto i progetti o le azioni di mitigazione incidano fattivamente. 

Chi verifica, detto diversamente, l'impatto? Insomma, la solita propaganda "green" che, se da un lato, favorirà il nuovo business del mercato dei crediti, dall'altro non sarà  certamente in grado di perseguire i fini prefissati. 

Siamo alla "religione civile" della sostenibilità ambientale in salsa ONU/UE in cui l'uomo pare essere l'unico elemento perturbatore in un ordine perfetto. 

Benvenuti alle soglie del nuovo "socialismo verde"....

 

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(Daniele Trabucco)

 

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
 
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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